mercoledì 30 marzo 2011

Ian McEwan - ESPIAZIONE

Titolo originale:          Atonement
Edizione italiana:        Einaudi, 2001


Inghilterra, gli anni della Grande Guerra. La famiglia Tallis vive in una grande casa vittoriana cercando di ignorare la tensione crescente.
Questa storia segue il percorso delle sorelle Tallis, Cecilia e Briony, ed osserva l’inevitabile intrecciarsi delle loro vite.
Il libro è suddiviso in tre parti più un epilogo: la prima, ambientata nel luglio 1935 racconta le 24 ore che modificarono le sorti delle due sorelle e che rovinarono irreparabilmente il loro rapporto. In questa prima parte, peraltro la più consistente, osserviamo gli eventi da differenti punti di vista: quello della ormai cresciuta Cecilia che interrompe gli studi per le vacanze estive; quello della infantile ed impressionabile Briony, che decide di diventare una scrittrice; e quello di Robbie, il figlio della domestica di casa Tallis, legato a Cecilia da una relazione tormentosa.
Altri personaggi sono Leòn, il fratello in visita con l’amico Paul Marshall, giovane produttore di cioccolato, ed i cugini: i gemelli Pierrot e Jackson e la quindicenne Lola, reduci dal divorzio dei genitori.
La seconda e la terza parte invece sono riservate ad un solo punto di vista.
La seconda, ambientata in Francia nel pieno del conflitto, è relativa all’espiazione di Robbie, la terza parte, dove Mc Ewan raggiunge il picco della drammaticità del racconto, è riservata ad una Briony ormai adulta.
Ho apprezzato in particolare la profondità dei personaggi, la sconsolatezza e la malinconia in Cecilia e la complessità di Briony, la sua ingenuità e l'incapacità di vedere la realtà.
Un romanzo che toglie il fiato e coinvolge fino all’ultima pagina, non noioso, non banale, accompagna il lettore in un crescendo fino al sorprendente finale.

"Nessuno imponeva a Cecilia di restare, a nessuno sarebbe importato molto che lei se ne andasse. A trattenerla non era la pigrizia, anzi, spesso era inquieta al limite dell'isofferenza. Sempicemente le piaceva immaginare un impedimento alla sua partenza, pensarsi necessaria, e di quando in quando si convinceva di rimanere per Briony, o per aiutare la madre, oppure perchè quello sarebbe stato davvero il suo ultimo soggiorno prolungato in casa e perciò intendeva viverlo fino in fondo. La verità era che l'idea di fare la valigia e mettersi sul primo treno del mattino non le sorrideva. Andarsene per il gusto di farlo. Indugiare, invece, tra il tedio e la comodità rappresentava una sorta di castigo autoinflitto non privo di piacere, o della prospettiva di piaceri eventuali; in sua assenza poteva accadere qualcosa di brutto ma, peggio ancora, anche qualcosa di bello, qualcosa che non poteva senz'altro perdersi."

"Cecilia detestava l'idea di apparire austera. L'impressione ch ci teneva a dare era quella di una persona rilassata; rilassata e composta allo stesso tempo. Ma soprattutto voleva avere l'aria di chi non ha sprecato nemmeno un istante pensando a come vestirsi e, per quello, ci voleva tempo."

"C'erano già stati abbastanza guai, e Briony incominciò a capire l'abisso che separa un'idea dalla sua realizzazione..."

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